Economia circolare: ne riparliamo su ScartoZero sia perché è un argomento molto attuale sia perchè lo spirito delle nuove direttive europee ha portato alla creazione di nuove imprese virtuose, a cui è giusto dare rilievo.
Nel maggio scorso l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, durante il convegno “Economia circolare: soluzioni per aggredire un settore da 604 miliardi di euro in Europa”, ha presentato alcune delle iniziative più innovative e meritevoli in campo di economia circolare.
Un’economia che sposti l’attenzione sul riutilizzo e il riciclo dei materiali consente alle aziende, secondo l’I3P, un risparmio fino al 3,5% del PIL europeo annuo.
Si tratta quindi di un orientamento che mira a creare sviluppo e ricchezza e in alcun modo assimilabile al concetto di decrescita felice.
Economia circolare: le aziende innovative e il loro campo di azione
- Remete: recupero di materiali preziosi da apparecchiature elettriche ed elettroniche;
- Polìpo: sviluppo di materie plastiche biodegradabili per l’industria non alimentare provenienti da olii vegetali di prima generazione (olio di colza, girasole) o di seconda generazione (recuperati da biomasse di scarto quali semi di pomodoro, vinacce e fondi dei caffè);
- Microwaste: conversione dei rifiuti contenenti amianto in un materiale sicuro mediante reattori mobili, basati su tecnologia a microonde;
- Sintol: produzione di carburanti sintetici avanzati (di 2° generazione) attraverso un processo di trattamento di materie plastiche;
- Replant: promozione di filiere sostenibili da biomassa forestale, lo sviluppo di filiere ad energia rinnovabile e l’efficientamento energetico;
- Greenwhoolf: trasformazione in fertilizzanti agricoli degli scarti della lavorazione della lana e dei capi di abbigliamento ormai giunti a fine vita;
- Stonebrick: trasformazione dei fanghi di segagione (gli scarti derivanti dall’estrazione e taglio della pietra) in prodotti da costruzione nel settore dell’edilizia.
Ciò che alcune aziende o i privati considerano rifiuto può diventare risorsa in altri ambiti produttivi.
Una mappatura delle aziende che si occupano di scarti (con la possibilità di condividere informazioni e creare rete), potrebbe mettere in comunicazione domanda e offerta e generare un circuito virtuoso e sostenibile.
Un esempio interessante è quello di oogstkaart, un sito web olandese che fornisce una mappa dei produttori di scarti e la loro specializzazione.
Alexia Mangione